• Fai che farlo. Frammenti di vita e design di Elio Carmi

    Elio Carmi si chiede perché. Perché è andata così, perché è tuttora un orgoglioso provinciale, perché le sue radici sono state così solide, perché ha insegnato, scritto, progettato. Lo fa con Silvana Mossano, che lo interroga, chiede di ricordare, sollecita sensazioni, emozioni, ricordi. Ne nasce un libro illustrato, dove immagini e testi si mescolano e lasciano spazio al gioco, all’aneddoto, all’immaginario. Nel libro il lettore troverà un percorso formativo, irregolare, sghembo, contraddittorio. Ed è nelle pieghe del testo che si definisce il mondo del design, della spiritualità, della passione che ha consentito ad Elio Carmi di consolidare la propria identità. Silvana Mossano, ha inventato i 18 frammenti del percorso, li ha definiti, impastati, maneggiati finché non hanno preso consistenza narrativa. Ha tenuto insieme la vita e la professione, il privato e il pubblico, i desideri e i risultati. Ne scaturisce un dialogo che agisce con l’attualità, il ‘900, il design. E che, come percorso di formazione, può anche indicare al lettore un metodo di conoscenza da adattare a se stesso.
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  • Media maker. Professionisti che integrano i brand in contesti editoriali. Antologia transdisciplinare di saperi utili

    Questo libro, evoluzione delle dispense del corso di formazione “Media Maker”, mette a fuoco il profilo professionale di chi, per conto delle media company, propone contenuti editoriali come occasioni per la comunicazione commerciale e per le attività di marketing. I media maker non lavorano più solo nelle concessionarie, si stanno diffondendo, perché la crescita e lo sviluppo di canali TV, web, radio, social, moltiplica la ricerca delle risorse economiche necessarie. Il libro comprende capitoli dedicati a comunicazione, semiotica, tecnologia, economia, statistica, storia, diritto ed etica, dove l’autrice inserisce conoscenze, ricavate dalle sue esperienze professionali, alcune più tecniche e altre più generali. Il risultato è una visione allargata del sistema professionale, resa possibile da un approccio transdisciplinare che consente di focalizzare quanto il lavoro dei media maker abbia impatti su diversi ambiti strategici della società: i media, la crescita economica, e, nello scenario attuale, anche il raggiungimento degli obiettivi ONU 2030. Prefazione di Antonella Di Lazzaro.

    19.00 
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  • Inside Business 2 Business. L’arte della comunicazione dentro al b2b

    In questo libro Luca Targa ha voluto inserire logiche e pragmatismo frutto della propria pluriennale esperienza nel B2B. Si parte dalle sue idee di futuro per arrivare a diffondere fra le imprese la consapevolezza che fare comunicazione, anche nei mercati cosiddetti di nicchia, rientra in una visione sempre più fondamentale e imprescindibile. Non si tratta di un manuale, né di un elenco spiccio di consigli su cosa occorra per comunicare nel B2B o sugli errori più comuni, quanto piuttosto l’occasione per mettere insieme attente riflessioni sull’argomento che l’autore intende condividere con coloro che masticano il linguaggio delle imprese. L’ipotetico interlocutore di questo libro è pertanto una persona curiosa, attenta, a volte dubbiosa, sicura di sé, indiscutibilmente intelligente perché dialoga e – di conseguenza – ascolta, fa domande, pone interrogativi, non dà niente per scontato. Fa tutto questo perché ama la sua impresa, si identifica in essa, vuole cogliere ogni possibile occasione per farla emergere, progredire e darle il valore che merita. In che modo? Attraverso una comunicazione efficace, in grado di raggiungere obiettivi concreti.

    14.25 
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  • La seconda legge dei pop brand. L’unica storia che conta è quella che la gente racconta

    Benvenuti nell’era del POP Brand, dove l’unica storia che conta davvero per una marca è quella che le persone raccontano. Ma che cos’è un POP Brand? E in che cosa reinventa le regole della comunicazione? Come cambia la relazione tra la marca e la sua audience in un mondo dove il contributo del pubblico esterno è il vero motore del successo e della popolarità di un brand? Chi sono i tanto citati influencer e come possono contribuire realmente alla costruzione del nostro business? La visione strategica degli autori sul futuro delle marche, si incarna in una nuova metodologia capace di guidare i brand nella costruzione del proprio valore nel qui e ora cosi come nel lungo periodo.

    17.00 
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  • Mito e brand. Tra Est e Ovest

    “La forza del mito consiste nel fatto che si trova in ogni parte del mondo, che si afferma a prescindere dal contesto e soprattutto deriva da un racconto spesso anonimo che viene recepito dalla collettività.” In origine il brand serviva a identificare o per differenziare, oggi assume la forma di una macchina narrativa per costruire e diffondere significati. In questa logica il mito appare come uno strumento prezioso, un sistema dinamico di simboli, archetipi e schemi che tende a comporsi in una narrazione. Il racconto mitico è un’entità flessibile in quanto scomponibile: ha personaggi, ambientazioni, oggetti simbolici, è composto da differenti unità semantiche. Il mito consente al brand di sviluppare un linguaggio basato sull’immaginario per costruire un universo che produca al suo interno la propria verità. Insomma sembra che miti e brand tendano a convergere almeno sotto il profilo della comunicazione: entrambi propongono storie che diventano fattori di identità per i consumatori. I concetti “verità” e “mito”, normalmente considerati come antitetici e inconciliabili, costituiscono un binomio affermato nella comunicazione. II rapporto mito/brand si fonda sul patrimonio di colori, immagini, forme, numeri e parole presenti nell’inconscio dei consumatori. Quando si sviluppa un brand occorre tener presenti simboli e archetipi che hanno attraversato in modo subliminale le generazioni. Il mito è importante per il brand perché propone un codice di riconoscimento che consente al consumatore di comprendere l’essenza del marchio. Le storie che il libro racconta mettono in luce un tratto comune: la sinergia brand/mito può determinare rilevanti e duraturi successi nei mercati. Non solo: può funzionare come fattore dinamico permettendo a piccole aziende di entrare in mercati di massa dominate da grandi player.

    15.00 
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  • Best wine stars 2022. Ediz. italiana e inglese

    Da Nord a Sud, dall’Italia all’Europa, dai piccoli poderi alle aziende più strutturate: Best Wine Stars mette in risalto le stelle del vino, esaltandone la passione e l’unicità che traspare dalle storie aziendali, fino a descrivere i profumi e i sapori di ogni prodotto.

    23.99 
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  • Come ce l’hanno fatta 77 imprenditori italiani. Atto VI

    Il VI atto dell’appuntamento editoriale più atteso da chi fa impresa in Italia. Dopo il grande successo editoriale delle prime cinque edizioni, i membri di OSA, l’esclusiva community dell’Italia che fa impresa, si sono uniti ancora una volta per raccontare e condividere le loro storie di successo. Come ce l’hanno fatta 77 imprenditori italiani – atto VI racchiude le storie di donne e uomini che, inseguendo la loro visione, hanno superato problemi, imprevisti e difficoltà. In ogni capitolo l’esperienza personale e le emozioni dell’autore si intrecciano con le difficoltà e i successi della sua impresa con lo scopo di divulgare una cultura d’impresa pratica, condivisibile ed efficace in una fase di grandi e rapidi cambiamenti. “Noi imprenditori dobbiamo continuare a crescere, esattamente come ha fatto in questi anni OSA Community grazie ai consigli e agli incoraggiamenti della sua guida, Mirco Gasparotto, grazie ai tanti contenuti di valore condivisi nel corso delle serate di formazione, ma soprattutto grazie allo spirito di collaborazione e cooperazione che spinge tutti i cavalieri a dare, prima che a ricevere.” Introduzione di Angelo Mastrolia.

    23.75 
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  • Come ce l’hanno fatta 75 imprenditori italiani. Atto V

    L’imprenditoria italiana non si ferma. Siamo nel 2021 e con gli strumenti e le conoscenze giuste, nulla può arrestare chi combatte con le armi giuste e con il giusto spirito.

    18.70 
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  • Artistar jewels 2021. The contemporary jewels as never seen before. Ediz. illustrata

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  • Branding D.O. Progettare la marca. Una visione design oriented. Nuova ediz.

    Branding: una visione Design Oriented.

    Cos’è la brand? Quali sono le modellizzazioni che l’hanno definita? Che differenza
    c’è tra i modelli di stato e quelli di gestione? Com’è cambiata la visione di Séguéla rispetto a quella di Semprini? E quella di Sicard rispetto a quella di Floch? E perché il design
    è strategico per la brand? Un marchio ombrello ripara dalla pioggia? E un single brand, esce sempre da solo? È certo che le agenzie di pubblicità sappiano davvero cosa sia la brand?
    O, forse, poiché le agenzie di pubblicità non sanno più cosa fare, continuano a far credere di saperlo? Quando è nato il concetto di brand? Raymond Loewy che ha disegnato
    la bottiglia della Coca-Cola ha qualche cosa a che fare con tutto questo? E Paul Rand, padre dell’identità di Ibm era un designer messo lì per caso? E poi Steve Jobs con l’idea
    di Apple ha pensato semplicemente ad un tool o, invece, ha individuato un mondo tutto nuovo? E ancora Walt Disney ha disegnato un topolino o ha scoperto una brand tutta
    da sognare?

    Questo libro cerca di trovare risposte a queste domande. E si pone l’intento di farlo, giustificando razionalmente e scientificamente, le argomentazioni che stanno
    alla base delle risposte.

    La prima parte del volume è dedicata al modello di branding e descrive approfonditamente gli aspetti che lo compongono. La seconda parte del libro tratta di come il modello
    del branding si ricolleghi ad un modo di pensare la brand, affermatosi con l’insorgere
    di particolari condizioni socioculturali e con l’incontro tra determinate culture

    e formae mentis. La terza parte, completa il percorso offrendo al lettore alcune schede di protagonisti che nel mondo del design e dell’impresa hanno segnato con progetti
    e idee il mondo contemporaneo, e in particolare il mondo della brand. Un glossario dedicato completa il volume, come supporto al lettore, e come utile strumento di lavoro per chi opera come designer, professionista, product manager o imprenditore;

    e più in generale nel mondo della brand.

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  • Brand 111. Centoundici domande e risposte per sapere di più sulla brand e sul suo futuro. Nuova ediz.

    Dappertutto è Brand, la prima bibita che pensiamo è una Brand, una cioccolata spalmabile o un detersivo più bianco del bianco sono una Brand, lo sono la star di Hollywood e il dottore claudicante della fiction, la città di New York e Capri, Apple e IBM, Ernesto Che Guevara e Mao Tse-tung, Padre Pio e la Chiesa, Topolino e Superman, Emergency e la Nato, il Louvre e gli Uffizi, l’Italia e la Nuova Zelanda. Sembra che esista un nuovo paradigma del contemporaneo, una sorta di punto di vista per cui tutto appare riconducibile a un unico concetto interpretativo: la Brand. La domanda è: cos’è una Brand? Nel libro il lettore – studente o ex studente, designer o professionista della comunicazione – troverà un tentativo di risposta articolato su 111 domande nate ciascuna come conseguenza di quella che la precede, spunti di discussione intorno a un tema che tocca concretamente molti aspetti dei discorsi sociologici ed economici, incidendo nel contemporaneo e coinvolgendo innovazione, creatività e arte, passando attraverso la globalizzazione e la rete. Più livelli di indagine, con idee e citazioni, e risposte accompagnate da commenti illustrati. Ne risulta un racconto costruito da chi ha imparato cos’è la Brand interrogandosi e facendola, passando sempre attraverso una pratica verificata con la teoria, cercando le risposte anche in strada, tra la gente, potremmo dire sul terreno di battaglia in cui le marche si rivelano e si affermano o soccombono. Un’indagine i cui confini si insinuano tra la politica, il territorio, il mercato, l’antropologia, il design, la semiotica, l’architettura, l’arte, la persona, la parola e l’immagine. Una storia in progress, sempre più di interesse globale, dentro la quale chiunque può sentirsi autorizzato a intervenire. Dalla prefazione di Alessandro Ubertis.

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