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DA GRANDE VOLEVO FARE. Il graphic designer.
In questo libro si racconta l’avventura e l’esperienza giovanile e mai completamente abbandonata di Romano Mastrella nel mondo del graphic design portando alla luce in queste pagine numerosi suoi lavori di design grafico. Un libro di formazione e viaggio che esplora l’importanza che nella vita professionale ha avuto questa disciplina permettendogli di affrontare le molteplici declinazioni di interior design e di architettura. Sono pagine in cui si presentano molti lavori grafici di curiosità, cultura, visioni e la gioia di fare sono i venti che gonfiano le vele della mia barca. Forse potranno essere utili a qualche lettore per orientarsi, navigando fra le rotte tracciate da altri. Con delle note inedite di maestri come Bruno Munari, Giancarlo Illiprandi, Heinz Waibl sul lavoro già di alto livello di un giovane. C’è la voglia di esprimersi creando superfici e pagine che diano più senso e forza alle parole, al testo e un peso e misura alle immagini seguendo un metodo e le teorie dei maestri. Poi quando se ne innamora si diventa da grande graphic designer o come nel caso di Romano Mastrella designer/architetto che ha fatto e continua a fare in Italia e nel mondo lavori di architettura e interior design bellissimi, ispirati come lui scrive da un “metodo” grafico il filo rosso di questo libro.
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Perle ai porci. Proverbi e modi di dire per chi non ha tempo da perdere
Ciao lettore. Sei in libreria? Bravo. Vuoi sapere di che parla questo libro? Di niente, e di tutto. Perle ai porci è un concentrato di cultura popolare, proverbi e modi di dire che hanno un solo compito: mantenere in vita tutte quelle espressioni che si stanno perdendo col passare del tempo. Non hai intenzione di comprarmi? Non fa niente, però lasciami vicino a un libro di cucina prima di uscire, che ho fame. Mi hai preso online e non ti piaccio? Ad ognuno la sua croce (guarda pagina 11)
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Insight. La cultura dell’altro (Vol. 9)
L’esperienza condivisa è sempre qualcosa di avvincente. In un’immaginaria tavola rotonda interlocutori di estrazione diversa, riflettono, esplorano, approfondiscono, presentandoci osservazioni, visioni, concetti, saperi, riflessioni, che si avvicendano, interpolando e delineando metaforicamente la nostra esperienza individuale e collettiva all’interno di un contesto fisico concreto, il nostro magazine Insight “La cultura dell’altro”. In questa nuova uscita, l’obiettivo che ci si è preposto è di indagare su una relazione, sempre più attuale e in molte situazioni contraddittoria, “mondo reale e mondo virtuale”, riflettendo e condividendone punti di vista interdipendenti. Mondo reale e mondo virtuale, due orientamenti contrastanti, in alcuni frangenti paralleli, in altri, opposti in un vorticoso ritmo frenetico che in molte situazioni annulla la nostra percezione spazio-temporale del qui e ora. Da qui il rischio. La realtà oggettiva, obiettivamente, in questo preciso momento storico è alquanto complessa e ingarbugliata. Nel nostro fluire il tempo quotidiano, c’è qualcosa di veramente incompatibile con la superficialità e in molti casi l’insensatezza, nell’affrontare gli eventi che si susseguono incessantemente in un tempo ricco di mutamenti e trasformazioni. Il vivere consciamente la realtà è una cosa seria e difficile, ci sono opposizioni e difficoltà che vanno affrontate con una sapiente e congrua gestione, a vari livelli, degli espedienti e degli strumenti a supporto, tra cui la tecnologia e la rete. Se rimaniamo solo persone attaccate a dispositivi elettronici e ad altri amnicoli di qualunque genere che ovviano e si sostituiscano ai nostri concreti atti oggettivi, sensoriali e sentimentali, ci renderemo sempre più dipendenti da protesi tecnologiche, correndo il concreto rischio di divenire ciechi e sordi irrimediabilmente. Il progresso tecnologico è importante e valido, se sapientemente indirizzato e attuato. Il suo contributo va gestito in maniera appropriata e ben organizzata. Nel duplice apporto, reale e virtuale, non si può prescindere dalla concretezza dell’essere. Trovo che sia importante uscire fuori da schemi e abitudini che ci condizionano anche nei confronti di molte esperienze di relazione e condivisione. Arriva sempre un momento nel quale è necessario fermarsi per riflettere e interrogarsi sul dove stiamo andando? Dove ci porta esteriormente e interiormente la condotta del nostro operare?
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