• Media maker. Professionisti che integrano i brand in contesti editoriali. Antologia transdisciplinare di saperi utili

    Questo libro, evoluzione delle dispense del corso di formazione “Media Maker”, mette a fuoco il profilo professionale di chi, per conto delle media company, propone contenuti editoriali come occasioni per la comunicazione commerciale e per le attività di marketing. I media maker non lavorano più solo nelle concessionarie, si stanno diffondendo, perché la crescita e lo sviluppo di canali TV, web, radio, social, moltiplica la ricerca delle risorse economiche necessarie. Il libro comprende capitoli dedicati a comunicazione, semiotica, tecnologia, economia, statistica, storia, diritto ed etica, dove l’autrice inserisce conoscenze, ricavate dalle sue esperienze professionali, alcune più tecniche e altre più generali. Il risultato è una visione allargata del sistema professionale, resa possibile da un approccio transdisciplinare che consente di focalizzare quanto il lavoro dei media maker abbia impatti su diversi ambiti strategici della società: i media, la crescita economica, e, nello scenario attuale, anche il raggiungimento degli obiettivi ONU 2030. Prefazione di Antonella Di Lazzaro.

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  • La seconda legge dei pop brand. L’unica storia che conta è quella che la gente racconta

    Benvenuti nell’era del POP Brand, dove l’unica storia che conta davvero per una marca è quella che le persone raccontano. Ma che cos’è un POP Brand? E in che cosa reinventa le regole della comunicazione? Come cambia la relazione tra la marca e la sua audience in un mondo dove il contributo del pubblico esterno è il vero motore del successo e della popolarità di un brand? Chi sono i tanto citati influencer e come possono contribuire realmente alla costruzione del nostro business? La visione strategica degli autori sul futuro delle marche, si incarna in una nuova metodologia capace di guidare i brand nella costruzione del proprio valore nel qui e ora cosi come nel lungo periodo.

    17.00 
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  • Branding D.O. Progettare la marca. Una visione design oriented. Nuova ediz.

    Branding: una visione Design Oriented.

    Cos’è la brand? Quali sono le modellizzazioni che l’hanno definita? Che differenza
    c’è tra i modelli di stato e quelli di gestione? Com’è cambiata la visione di Séguéla rispetto a quella di Semprini? E quella di Sicard rispetto a quella di Floch? E perché il design
    è strategico per la brand? Un marchio ombrello ripara dalla pioggia? E un single brand, esce sempre da solo? È certo che le agenzie di pubblicità sappiano davvero cosa sia la brand?
    O, forse, poiché le agenzie di pubblicità non sanno più cosa fare, continuano a far credere di saperlo? Quando è nato il concetto di brand? Raymond Loewy che ha disegnato
    la bottiglia della Coca-Cola ha qualche cosa a che fare con tutto questo? E Paul Rand, padre dell’identità di Ibm era un designer messo lì per caso? E poi Steve Jobs con l’idea
    di Apple ha pensato semplicemente ad un tool o, invece, ha individuato un mondo tutto nuovo? E ancora Walt Disney ha disegnato un topolino o ha scoperto una brand tutta
    da sognare?

    Questo libro cerca di trovare risposte a queste domande. E si pone l’intento di farlo, giustificando razionalmente e scientificamente, le argomentazioni che stanno
    alla base delle risposte.

    La prima parte del volume è dedicata al modello di branding e descrive approfonditamente gli aspetti che lo compongono. La seconda parte del libro tratta di come il modello
    del branding si ricolleghi ad un modo di pensare la brand, affermatosi con l’insorgere
    di particolari condizioni socioculturali e con l’incontro tra determinate culture

    e formae mentis. La terza parte, completa il percorso offrendo al lettore alcune schede di protagonisti che nel mondo del design e dell’impresa hanno segnato con progetti
    e idee il mondo contemporaneo, e in particolare il mondo della brand. Un glossario dedicato completa il volume, come supporto al lettore, e come utile strumento di lavoro per chi opera come designer, professionista, product manager o imprenditore;

    e più in generale nel mondo della brand.

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  • Brand 111. Centoundici domande e risposte per sapere di più sulla brand e sul suo futuro. Nuova ediz.

    Dappertutto è Brand, la prima bibita che pensiamo è una Brand, una cioccolata spalmabile o un detersivo più bianco del bianco sono una Brand, lo sono la star di Hollywood e il dottore claudicante della fiction, la città di New York e Capri, Apple e IBM, Ernesto Che Guevara e Mao Tse-tung, Padre Pio e la Chiesa, Topolino e Superman, Emergency e la Nato, il Louvre e gli Uffizi, l’Italia e la Nuova Zelanda. Sembra che esista un nuovo paradigma del contemporaneo, una sorta di punto di vista per cui tutto appare riconducibile a un unico concetto interpretativo: la Brand. La domanda è: cos’è una Brand? Nel libro il lettore – studente o ex studente, designer o professionista della comunicazione – troverà un tentativo di risposta articolato su 111 domande nate ciascuna come conseguenza di quella che la precede, spunti di discussione intorno a un tema che tocca concretamente molti aspetti dei discorsi sociologici ed economici, incidendo nel contemporaneo e coinvolgendo innovazione, creatività e arte, passando attraverso la globalizzazione e la rete. Più livelli di indagine, con idee e citazioni, e risposte accompagnate da commenti illustrati. Ne risulta un racconto costruito da chi ha imparato cos’è la Brand interrogandosi e facendola, passando sempre attraverso una pratica verificata con la teoria, cercando le risposte anche in strada, tra la gente, potremmo dire sul terreno di battaglia in cui le marche si rivelano e si affermano o soccombono. Un’indagine i cui confini si insinuano tra la politica, il territorio, il mercato, l’antropologia, il design, la semiotica, l’architettura, l’arte, la persona, la parola e l’immagine. Una storia in progress, sempre più di interesse globale, dentro la quale chiunque può sentirsi autorizzato a intervenire. Dalla prefazione di Alessandro Ubertis.

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